lunedì 27 dicembre 2010

Sauvignon 2008 Riserva – Virgilio Sandoni


Impoliticvs
Se ho deciso di andarlo a trovare di persona, Virgilio Sandoni, è stato per due motivi. Il primo per l’attacco del suo Sauvignon 2008 Riserva, che mi ha lasciato a bocca aperta anche abbondantemente dopo averlo roteato ripetutamente sul palato e deglutito. Diamine, mi sono detto. Possibile che dai nostri colli possa uscire un vino così insospettabilmente e francesemente buono? Secondo, per quella forma di rispetto che avevo intuito sotto il sentore di foglie-di-pomodoro. Un rispetto artigianale, sincero. Un vino compatto, denso, dalla notevole gradazione (14%), di un bel colore dorato brillante, al palato fresco, con sentori di bosso, di sambuco, di albicocca, molto fine e di gran classe, che anche per il cosiddetto aroma ‘pipì di gatto’ fa venire alla mente i vini del Carso, figli di una Regione ben più benedetta della nostra dal dio Bacco. Ci deve essere una notevole sapienza sotto, mi sono detto, al di là degli affinamenti in botte e del trapianto della cultivar. 
Lo confesso, in un momento in cui tutto è fin troppo pubblicizzato e c’è ormai la certezza che il make-up del marketing si sostituisca impropriamente alla sostanza, anche in un segmento come quello della produzione agro-alimentare, mi si è acuito ulteriormente il senso critico. Mi faceva piacere quindi immaginare una piccola produzione (circa 30 mila bottiglie l’anno, poco più di cinque ettari coltivati) che conservasse ancora il rispetto e l’innegabile competenza necessaria a plasmare in una forma personale il vino, come se si trattasse di un bel romanzo, basata su pochi ingredienti essenziali ma ben miscelati, soprattutto attacco e persistenza, uniti in un amalgama destinato a durare. Il tutto in un periodo storico dove per fuggire il voltastomaco di tutto questo mainstream è quasi necessario chiudersi in macchina e farsi scorrere sotto la strada, in barba alla recente, volubile moda dei “chilometri zero”.
 
Inutile dire che ho trovato tutto quello che cercavo, compresa una filosofia enologica sottile ma solida, che è quella che si tramanda da generazioni e generazioni e che contraddistingue le produzioni per cui noi italici siamo così giustamente famosi nel mondo. Che se vogliamo è una forma complessa ed articolata di amore, non solo verso di sé ma verso gli altri, un amore impastato con il rispetto. Così nascono i vini della cantina di Bersagliera di Castello di Serravalle in provincia di Bologna, cinque etichette tra rossi e bianchi, tre riserve e un sorprendente spumante da base Pignoletto, il Kaos, che a chi come me è nato da quelle parti non può non innescare una sensazione di riconoscimento pseudo-proustiana. Il resto è stato il piacere ripetuto della conoscenza e della degustazione che hanno rafforzato le convinzioni del produttore, anche stoicamente legate alla qualità-dentro-la-bottiglia e solo a quella: ovvero che nei vini veramente buoni, nel fondo di ogni bicchiere, si percepisca la sensazione di stringere la mano a chi, con tanto rispetto e attraverso la forma di amore cui alludevamo prima, te lo ha offerto in dono.

Chi desiderasse provare i vini di Virgilio Sandoni li può trovare a: Trattoria Trebbi e Antica Drogheria Calzolari a Bologna, Da Gilberto al Brasimone, Ponte Rosso a Monteveglio, Tigelleria al Carrefour di Casalecchio, Agriturismo Guidotti a Luminasio di Marzabotto, Cantacucco di Missano di Zocca, Enoteca Domus Vini di Pianoro, Giardinetto a San Giovanni in Persiceto, Pane e vino a Pieve di Cento, Amerigo a Savigno.
Per maggiori informazioni visitate: www.virgiliosandoni.it

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