lunedì 27 dicembre 2010

Questo ed altro ancora


Impoliticvs

Chci tě,štěně
Stasera a Praga piove fitto
Proprio come nei giorni degli addii, te li ricordi?
Il sole ha glorificato la giornata
E cumuli di sogni in viaggio
Si sono dati convegno definitivo
Nella piazza della Città Vecchia.
Passano passiamo passeremo
Noi come tutti ma sono qui
Per cercare di provarti un contrario
Che abbia senso, dignità, lucore e splendore
Da accettarsi come nel giardino
Che di tutti noi diede il rintocco iniziale.
Sto riempiendo fogli ingialliti
Dall’esperienza per i ricordi,
Sommati come amici fidati allungati
Sul divano di casa, una celebrazione della vita
Che si è dischiusa davanti ai miei occhi
Come si spera accada sempre alle donne
Nell’amore, e con l’amore celebro
Questo patto rinnovato, perché niente
Sia più inscindibile di noi dalla nostra terra
E della nostra terra da noi, perché niente
Possa apparire superfluo nel ricordo
Ma costante, nel suo smanioso proliferare
E germogliare attorno e dentro di noi. Sono
Un infinito in ridefinizione, un coacervo di mutazione,
E con me anche voi, amati volti riallineati
Nel perpetuo mutarsi
Come una galleria di immagini
Che non si rassegnano a depositare
Un sé non sfuocato dal movimento,
Questo, insomma, ed altro ancora,
I corpi degli amanti abbandonati
Nella luce pomeridiana, il rintocco
Del silenzio domenicale nei giorni
Che preludono all’inverno,
Quel cumulo di sogni fedeli
Che ci hanno accompagnato
Senza fare intravedere i segni dell’età,
Questo ed altro ancora, sensazioni
Sparse per le strade delle città addobbate
Per la festa, la memoria di tempi illuminati
Soltanto dall’assenza totale
Di pregiudizi, le persone che ora
Nei palazzi alienanti della periferia
Si accingono a celebrare il loro
Affrancamento temporaneo dalla schiavitù
Dedicandosi ad allestire un giardino curato
Ed abbellito costantemente tra le mura domestiche,
In generale questo affratellamento
Che ci affianca perentorio, sempre più forte
Dei cori disgreganti oggi intercettati
Per strade oltraggiate dalla vicinanza
E dalla contiguità. Questo ad altro ancora,
Mio amore passeggero, canto per te
Imprigionata volontariamente
In questa campana di cristallo
Dalle pareti ripide e levigate,
Perché alla tua innocenza si contrapponga
La radice forte della mia disillusione
E si possano annullare a vicenda,
E che la bellezza del tuo corpo
Nudo steso in offerta al mezzogiorno
Possa aggregare temporaneamente
Parabole di vita così irrimediabilmente
Distanti, regalando l’illusione
Di una conciliazione, di un perenne
Abbraccio scaldato e saldato
Dall’irriverenza del sole.

Questo, ed altro ancora. 

Un ricordo impressionistico di Praga, maturato durante un lungo soggiorno, tra Vinohrady Na Kampe e le vie del centro, la mente all’Italia lontana, quando tutto sembra accordarsi come per incanto al tuo ritmo interno e risuona, rumoroso come i pensieri ed armonioso, infinitamente consonante.

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