lunedì 27 dicembre 2010

Rigatoni alla salsiccia e alle bacche di ginepro


 Vlfvs in Fabvla

Cucinare è amare. Amare le materie prime che usiamo, amare i gesti con i quali tagliamo, sbucciamo, mescoliamo, amare le persone con le quali vogliamo condividere un rito antico quanto il mondo, amare il gusto del palato che è l’esperienza primordiale dell’orgasmo della creazione della materia e dell’energia.
L’Amore è anche improvvisare, inventare, adattare combinazioni già note con elementi, diversi, inattesi che creano nuovi equilibri, nuove mescolanze nelle quali rivive, sempre uguale e sempre differente, il rituale della Vita e della sua riproduzione. 
Per replicare uno di questi miei inaspettati esperimenti, dall’esito ben riuscito, nelle forme e nelle varianti che preferirete, prenderete delle salsicce toscane, circa una per ogni persona. In una padella un filo sottile di olio riscaldato sul quale adagerete le salsicce sbucciate e spezzettate. Farete restringere la carne che, cambiato il colore, innaffierete con del buon vino rosso (a Voi la scelta). Quando il brodo primordiale di vino e salsiccia si sarà ristretto aggiungerete il sovrano del sugo: la passata di pomodoro o, se preferite, i pelati. Non lesinate sulla sua qualità. Salerete quanto basta (tenendo a mente se le salsicce erano speziate). In un mortaio pesterete delle bacche di ginepro e del peperoncino rosso secco, che aggiungerete all’opera in corso mescolando fiduciosi nell’alchimia. 
Ma la Vostra fiducia non basterà. La magia di questa ricetta sta proprio nella combinazione di questi due flussi energetici: il ginepro e il peperoncino. Dolce il primo, con sfumature quasi orientaleggianti, forte e prepotente il secondo, possono insieme dar vita ad un connubio focoso ma elegante, vivace ma raffinato. L’equilibrio tra i due Caputi e Capecchi sarà comandato dal Vostra palato, soggettivo e insindacabile signore del loro matrimonio. Quello che Vi consiglio è di assaggiare spesso, leccando con voluttà la punta del mestolo legnoso che avrete intinto in questa lava pomodorica, e, di volta in volta, aggiungendo un po’ dell’uno e un po’ dell’altro, finché non sarete soddisfatti del risultato. L’operazione è tanto delicata da indurmi, io che di regola cucino con la testa e raramente assaggio i miei improvvisati intrugli, a frequenti micro-degustazioni perché ho capito che nella combinazione di due elementi così diversi e così primadonne è possibile ottenere situazioni sempre diverse.
I rigatoni da subito mi sono apparsi la soluzione migliore per raccogliere questo sugo generoso e un’abbondante spruzzata di buon parmigiano sarà il prete bianco che suggellerà questa unione sacra. Se è vero che il gusto nasce nella mente probabilmente adesso proverete lo stesso appetito che sto provando io mentre chioso le regole aperte di questo rito misterico.
Buon divertimento perché se cucinando non Vi divertite, allora difficilmente soddisferete il Vostro palato vizioso.

2 commenti:

  1. Ok invitaci tutti a casa tua e assaggiamo un po' sta roba che m'ha dato l'acquolina in bocca e un soffio al cuore.

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  2. volentieri, però per farlo devi prima uscire dall'"anonimato"!
    :-)

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